lunedì 8 febbraio 2010

Merlin



La storia si svolge a Camelot, nella quale arriva un ragazzo per apprendere l’arte della medicina sotto il servizio del vecchio Gaius (Richard Wilson). Questo giovane si chiama Merlin (Colin Morgan)e ben presto rivelerà di possedere poteri magici, Gaius lo aiuterà a conviverci senza mai rivelarli poiché la magia è vietata a Camelot. Re Uther (Antony Stuart Head) ha bandito la magia dal suo regno, un tempo abitato da maghi e creature magiche, in seguito alla morte dell’amata moglie a causa appunto della magia. Per il dolore il re fece uccidere tutte le persone che praticavano la magia e tutte le creature, ad eccezione di un drago che tenne rinchiuso nelle segrete del castello.
Come se non bastasse avere poteri magici in un luogo dove la magia è bandita, Merlin al suo arrivo litiga con un giovane soldato, scoprendo poi che non è altri che il figlio del re, Artù (Bradley James). Nel susseguirsi delle vicende il giovane salverà la vita dell’erede al trono e così re Uther lo nominerà servitore del principe. Inizierà così l’avventura di Merlin ed Artù tra cavalieri, maghi oscuri e creature bizzarre, destinata da qui in poi a diventare leggenda.
La serie è un prodotto inglese, creato e prodotto dalla Shine Limited di Elizabeth Murdoch e trasmessa nel Regno Unito dalla BBC One. Questa parla delle avventure di Artù e Merlin al loro primo incontro, quando erano giovani. Seppur la serie viene presentata come una rivisitazione moderna della leggenda di mago Merlino, molte cose con la storia che noi tutti conosciamo di Camelot e re Artù di discostano notevolmente.
Innanzi tutto Merlin e Artù hanno la stessa età, quando nel mito originario il mago è molto più vecchio rispetto ad Artù e addirittura gli fa da maestro, oltre che da guida. Gli stessi Merlino e re Uther si conoscevano da anni, poiché il mago aveva aiutato il sovrano a porre fine alla guerra prestandogli la famosa spada di Excalibur. Per quel che riguarda il rapporto tra Artù e Uther, nella storia originale il giovane sovrano non conoscerà mai suo padre poiché affidato a una famiglia di cavalieri da Merlino, inoltre Uther non vieta la magia, ma se ne serve abilmente per riportare la pace e la stessa Camelot viene costruita da Artù. Tutta la storia di re Artù è tradizionalmente una storia dell’età medievale, Uther infatti regna molto prima che l’Inghilterra si unisca, nel 927; l’ambientazione della serie però è del XV secolo, come lo si può notare dalle riprese all’interno del castello. Inoltre, per quel che riguarda i personaggi secondari, Ginevra (nella serie soprannominata Gwen) era figlia del re di un regno vicino, mentre nella serie viene presentata come la serva di Morgana, per di più (senza voler togliere nulla all’attrice) è di pelle nera, ciò implica che non sia nemmeno inglese. Lancillotto (interpretato dall'Isaac Mendez di Heroes) era un nobile cavaliere che Merlino incontra nella ricerca di un valido coraggioso per la difesa di Camelot, mentre Artù è alla ricerca del sacro Graal. Morgana, infine, è sorellastra di Artù, poiché figli dello stesso padre Uther, che nella serie, invece, rappresenta una sorta di padrino per la giovane.
Se si riesce a superare lo scalino per tutte queste differenze (e probabilmente anche altre che mi son sfuggite) con la leggenda originale, il telefilm risulta comunque piacevole, i dialoghi sono divertenti e i personaggi un po’ tutti fuori dalle righe, Merlin e le sue conversazioni con il drago in primis.

Sito Ufficiale su Merlin della BBC

venerdì 5 febbraio 2010

Avatar


Adesso mi sembra questa la realtà, e il mondo reale la fantasia.

Quando al marines Jake Sully (Sam Worthington) viene proposto di sostituire il fratello gemello morto per una missione sul pianeta Pandora, non ha molta scelta ed è obbligato ad accettare. Costretto su una sedia a rotelle, questa che gli viene affidata, è l’unica missione che può compiere: esplorare il pianeta attraverso l’uso di un avatar.
Pandora è un mondo primordiale, formato soprattutto da grandi foreste e popolato da animali alieni e il popolo dei Na’vi: alti tre metri, ricoperti da una pelle striata blu che vivono in un rapporto empatico con la natura, rispettando l’equilibrio di questa. L’atmosfera del pianeta è tossica per gli umani, e questi non possono muoversi per Pandora se non con maschere filtranti; proprio per questo vengono creati, da un gruppo di scienziati capitanati dalla dottoressa Augustine (Sigourney Weaver), gli avatar unendo dna alieno con quello umano e realizzando così umanoidi simili ai Na’vi che possono essere comandati dagli umani attraverso un collegamento mentale.
La missione su Pandora non ha solo scopo scientifico, ma si ha soprattutto intenzione di sfruttare i giacimenti minerari del pianeta, poiché la Terra ha esaurito tutte le sue energie. È per questo che il Colonnello Quaritch chiede al marines di fargli un rapporto sulle creature Na’vi, di essere l’infiltrato per lui nel gruppo degli scienziati.
Ma quando Jake all’interno del suo avatar incontra Neytiri (Zoë Saldaña), figlia del capo dei Na’vi, e riesce a farsi accettare dall’intera tribù per imparare usi e costumi locali, accade qualcosa che lo cambierà radicalmente. Durante il suo apprendimento, riuscirà a capire a fondo il modo di vivere dei Na’vi e, allo scoppio imminente di una guerra, entrerà in conflitto con la sua missione.
Il film è stato progettato dal regista James Cameron nel 1996, ma messo da parte per la mancanza di tecnologie avanzate riguardanti la grafica computerizzata e per l’altro suo film Titanic. Avatar è ispirato all’opera letteraria fantascientifica John Carter di Marte di Edgar Rice Burroughs, aggiornato da Cameron in chiave futurista. Solo nel 2006, accortosi dei passi da gigante che aveva fatto la grafica, riprese in mano il progetto per poi finirlo quattro anni dopo, utilizzando la nuova tecnologia del Performance Capture, filmando in 3D con la con la Reality Camera System (un sistema di riprese che consiste in due cineprese digitali ad alta definizione affiancate l’una all’altra, che riprendono la stessa scena da una prospettiva leggermente diversa). Il film, inoltre è composto da un 60% di elementi virtuali creati al computer e da un restante 40% di riprese live-action.
Il film è senza dubbio innovativo e sensazionale per quanto riguarda l’avvento del 3D, gli elementi grafici e la prospettiva di un nuovo metodo per fare cinema e per vedere un film. Le scenografie e la fotografia sono spettacolari, tutta Pandora è un mondo immaginario che lascia senza fiato. Ma la storia in se non è nulla di nuovo. La trama è tra le più classiche, quelle che abbiamo già visto molte volte nei film western dei cowboy contro gli indiani, o nella stessa storia di Pochaontas. Tecnologia contro natura, scene di battaglia simili le abbiamo già incontrate nello stesso Star Wars, e addirittura “uomini blu” che difendono il proprio territorio dai colonizzatori si possono ritrovare anche in King Arthur e Braveheart (il discorso d’incoraggiamento recitato da Worthington al popolo Na’vi ricorda molto quello di Mel Gibson agli scozzesi). Avatar pare un mix, probabilmente apprezzato, di scene trame e personaggi di film e storie che noi tutti conosciamo; molto spettacolare, ma un po’ si perde nel già visto.
Lo spettatore viene affascinato da luci e colori, sedotto a strati che diventano sempre più ingombranti, c’è sempre qualcosa di nuovo che salta fuori nella pellicola, quasi ti stordisce. Il tempo del silenzio, della riflessione, mancano; e forse per un film che vuole parlare di ecologia e che vuol far riflettere sulla natura c’è un po’ troppo chiasso nel far arrivare questo messaggio. Mi è sembrato più bravo quel robottino della Pixar che si era presentato qualche anno fa, non parlava nemmeno, ma nel suo silenzio aveva detto molte più cose di questi alieni blu.



giovedì 21 gennaio 2010

Make It or Break It



Quando Emily Kmetko (Chelsea Hobbs) viene ingaggiata nella rinomata palestra agonistica del Colorado, sconvolge gli equilibri delle tre migliori ginnaste della The Rock (la palestra). Payson Keller (Ayla Kell), Kayle Cruz (Josie Loren) e Lauren Tanner (Cassie Scerbo), amiche da sempre, si ritroveranno a fronteggiare l’entrata di un’altra atleta di eccezionale livello alla pari con loro, dietro la quale vi è però una timida e semplice ragazza che si tiene alla larga dalle competizioni interne; ma con grande competizione agonistica per quanto riguarda l’uso delle parallele, la trave e il corpo libero. L’accoglienza per Emily non sarà delle migliori, soprattutto a causa di Lauren che, intimidita dalla bravura della nuova arrivata e per paura di non finire sul podio, tenterà in tutti i modi di rendere davvero difficile l’arrivo della nuova venuta. In più l’allenatore Marty Walsh (Erik Palladino) imporrà nuove e dure regole da seguire, ma Emily non è una ragazza che si da per vinta e con forza e tenacia riuscirà a guadagnare un posto che porterà a cambiamenti all’interno del gruppo.
La serie è una delle poche che si dedica quasi completamente ad uno sport, e in questo caso al mondo della Ginnastica, tra allenamenti estenuanti, situazioni snervanti e una medaglia d’oro olimpica da vincere, le ragazze dovranno far fronte anche alle classiche problematiche di ogni teenager riguardanti amicizie, amori e rapporto con i genitori. Ognuna delle atlete affronterà ogni situazione in modo diverso, con reazioni diverse e a volte non sempre scegliendo la strada più corretta e giusta.
Allenamenti, sogni, sentimenti e paure s’intrecciano tra amicizia e rivalità agonistica. Prodotta da Paul Stupin, autore a suo tempo di Dawson’s Creek, la serie inizialmente era stata concepita come una midseason estiva di dieci episodi, ma grazie al successo avuto è stata prolungata. La vera protagonista di questa serie è la ginnastica artistica, per lei si fanno sacrifici, sudore, si sputa sangue; per una vera passione si soffre per una sconfitta o un dolore fisico, senza mai mollare, senza mai abbandonare lo spirito competitivo con cui ogni sportivo deve fronteggiarsi. Loro, le altre protagoniste, sono quattro teenager: Emily, la new entry introversa e coscienziosa, con meno esperienza rispetto alle altre, ma tenace e con un’innata dote di ginnasta; Lauren, capricciosa e viziata, abituata ad ottenere sempre tutto a causa anche del padre che la asseconda in tutto; Kayle, la meno ambiziosa, figlia di talenti sportivi e musicali, viene spinta sempre a dare il massimo ma è desiderosa di avere una vita come tutte le ragazze della sua età; Payson, la più forte tra tutte, diligente e seria, vivendo per lo sport e dando tutta se stessa alla ginnastica. Vere professioniste che sanno perseguire i propri obbiettivi, anche quando la strada diventa difficile e la meta appare troppo lontano.
La trama, insieme allo sport, incantano e tengono lo spettatore incollato davanti allo schermo a seguire le vicende di queste piccole donne, così forti da saper affrontare ogni sfida con la giusta carica, amiche ma sempre in competizione tra loro, nella vita come nello sport, così decise e caparbie all’interno della palestra, quanto fragili con i sentimenti e la vita di tutti i giorni.


Fringe

How come ehwn nobody knows and it doesn't make sense, they come to us? / Com'è che quando succede qualcosa di cui nessuno sa niente e che non ha alcun senso, vengono sempre da noi?

L’agente dell’FBI Olivia Dunham (Anna Torv) si trova ad investigare ad un caso davvero strano e particolare, il volo internazionale 627 atterra con tutti i passeggeri ed equipaggio morti. Questo caso sarà il primo di molti casi chiamati “fringe science”, dove scienza e paranormale si fondono. Per riuscire a risolvere questi casi dovrà ricorrere all’aiuto del dottor Walter Bishop (John Noble), un’esperto del settore rinchiuso in un manicomio da oltre 17 anni. Unica possibilità per l’agente Dunham di far uscire il dottor Bishop è avere l’autorizzazione del figlio, Peter (Joshua Jackson), il quale ha rotto ogni contatto con il padre.

Insieme al collega Charlie Francis (Kirk Acevedo) e all’agente Phillip Broyles (Lance Reddick), capo di Olivia, i tre inizieranno a capire che c’è molto di più in questo apparente atto terroristico; ma anzi, questo è solo un tassello di un progetto molto più grande.

I tre protagonisti vivono ogni caso in maniera differente l’uno dall’altro. Hanno punti di vista totalmente diversi, se non quasi opposti .

Il dottor Bishop dopo esser stato rinchiuso per 17 anni, a causa di un incidente nel suo laboratorio di parascienza, è diventato instabile non ricorda molte cose. Come ad esempio il nome di Astrid Farnsworth (Jasika Nicole), agente dell’FBI, che si ritrova a ricoprire quasi il ruolo dell’assistente per Walter. È considerato un Einstein dei giorni nostri, sempre entusiasta di ogni nuovo caso, poiché lo riporta ai vecchi tempi nei quali eseguiva esperimenti di parascienza, fisica quantistica, ingegneria genetica ed esperimenti segreti per il governo americano. Inoltre, condivideva il laboratorio con William Bell, fondatore della Massive Dynamic, una multinazionale tra le maggiori, e tra i vari campi anche in fatto di scienza e progresso.

Di Olivia, invece, scopriamo fin dai primi minuti che ha una relazione segreta con il collega John Scott (Mark Valley), il quale però le riserverà diverse sorprese nel corso degli episodi e non tutte piacevoli. Per questo, inizialmente, sarà ancora più motivata a saperne di più, a scoprire chi in realtà c’è dietro a tutto questo. Ritrovandosi molto spesso a fare i conti con la Massive Dynamic e la sua referente Nina Sharp (Blair Brown).

Infine, Peter è il più scontento di ritrovarsi in questa situazione. Non ha rapporti con il padre da anni, la madre muore quando lui ancora è giovane e inoltre ha sempre vissuto una vita all’insegna dell’illegalità. Come il padre, ha un quoziente intellettivo al di sopra della media, ma è spesso scettico per quanto riguarda il paranormale e soprattutto nei confronti di suo padre.

J.J. Abrams dopo successi come Lost e Alias, si avvicina sempre di più al paranormale e a fatti inspiegabili. Insieme a Roberto Orci e Alex Kurtzman, crea il suo X-Files, lasciando ad ogni puntata il telespettatore con il fiato sospeso e con qualche interrogativo in più, fino al gran finale.

È appena finita la prima stagione negli U.S.A. ed è già stata confermata una seconda stagione, in vista per settembre. Se si riescono a superare i primi episodio, escludendo il pilot, i quali risultano forse un po’ noiosi e rivelano poca attinenza tra loro, si potrà scoprire una serie piena colpi di scena. Preparandosi per vedere fino a dove si può spingere la scienza del paranormale, ma soprattutto ascoltare le massime di Walter Bishop.


Sito ufficiale di Fringe (Fox)

Marley & Me




Un cane non se ne fa niente di macchine costose, case grandi o vestiti firmati, un bastone marcio per lui è sufficente. A un cane non importa se sei ricco o povero, brillante o imbranato, intelligente o stupido, se gli dai il tuo cuore lui ti darà il suo. Di quante persone si può dire lo stesso? Quante persone ti fanno sentire unico, puro, speciale? Quante persone possono farti sentire straordinario?


Prendi una storia qualunque, di un uomo qualunque che decide di prendere un cane. in realtà non sa che gli spetta, non hanno la minima idea Jenny e John di cosa dovranno affrontare. E non mi riferisco solo ai disastri che un cucciolo può creare in casa, al difficile percorso che spetta al padrone nell'educare un cane; ma parlo soprattutto dell'amore e della devozione che questa creatura avrà per tutta la vita nei confronti della sua famiglia.

John Grogan (Owen Wilson) e sua moglie Jenny (Jennifer Aniston), appena sposati, decidono di trasferirsi in Florida. Sono giovani, entrambi giornalisti di due testate diverse e con una vita piena davanti a loro: tra i loro progetti c'è quello di prendere casa e mettere su famiglia. John spaventato dall'idea di avere figli troppo presto, sotto suggerimento del suo amico e collega Sebastian (Eric Dane) ,compra per il compleanno di Jenny un cucciolo di labrador. Inizia così l'avventura con Marley, è lui il vero protagonista (lo si nota anche nello stesso titolo del film) che primeggia tra gli attori con buffe mosse da cucciolo, disastrosi giochi e fughe per prati dei vicini o per la spiaggia, a volte portandosi dietro anche il tavolino di un locale. Ma tutto il terremoto che porta Marley ai Grogan è pieno di allegria e vivacità e presto non ne potranno più fare a meno, nonostante le dure prove a cui saranno sottoposti. Marley li accompagnerà attraverso le crisi, i litigi, tre figli e il lavoro che non è mai come lo si aspetta; sempre con quel suo fare giocherellone e da "cane peggiore del mondo". Marley con la sua semplicità di cane insegnerà a John e Jenny che la vita non è mai come la programmi, lui cane indisciplinato che non ubbidisce quasi mai, ma proprio per questo la vita riserverà delle sorprese e sarà ancora più bella.

Tratto dal Best Seller del giornalista John Grogan, e portato sullo schermo da David Frankel, racconta l'amicizia tra un uomo e un cane, dove chi possiede o ha avuto un cane non potrà fare a meno di rivedersi. Il film è una storia molto semplice e forse proprio questo è il suo punto di forza, la storia di una vita. Di quanto un animale può entrarti nel cuore ed essere parte integrante della tua famiglia, non ha importanza se ha una coda e cammina a quattro zampe. Non ha nemmeno importanza se morde il divano, distrugge più o meno tutto ciò che gli capita a tiro, o se al guinzaglio non vuole tenere il passo. Ciò che conta qui, ciò di cui si parla sono i sentimenti. Di quanto Marley sia speciale per John e soprattutto di quanto Marley faccia sentire speciale John, perchè nessun cane è "un cane normale", ognuno di noi ha il suo Marley.

Sito ufficiale del film.it

007 Casinò Royale



"Scusate, quest'ultima mano stava per uccidermi.."


Solitamente non voglio mai andare troppo sul personale, ma per questo film dovrò fare una premessa poiché ammetto di essere di parte. Prima di tutto c’è da dire che non sono mai stata appassionata dei film di 007, ma questo mi ha preso. La motivazione per cui il film mi è piaciuto penso sia data, in gran parte, dal fatto che ho fatto la comparsa in alcune delle riprese fatte a Venezia. Ho visto gli attori, i retroscena, i vari ciak e le scene poi tagliate. Ho sudato per questo film, per cui forse sì lo apprezzo ancora di più.

Il film è tratto dal primo romanzo di Ian Flemig, qui il nostro famoso agente con la licenza di uccidere acquisisce il suo doppio zero e diventa per l’appunto 007. James Bond (Daniel Craig) è alle prime armi, la trama si sposta dal Madagascar dove possiamo assistere ad un inseguimento in puro stile parkour, per spostarsi alle Bahamas dove l’agente sedurrà l’avvenente moglie di un criminale per avere le informazioni e sventare un attentato. Bond viene inviato a Montenegro, al Casinò Royale, dove vi sarà una tesissima partita a poker organizzata da La Chiffre (Mads Mikkelsen), organizzatore degli attentati; e dove, soprattutto, sarà accompagnato dalla bellissima e impenetrabile Vesper Lynd (Eva Green). Infine il protagonista si sposterà a Venezia, città dell’amore, dove egli decide di rinunciare al suo lavoro per Vesper Lynd di cui si è innamorato. Ma i colpi di scena non sono finiti e nella bellissima città sull’acqua dovrà fare una scelta.
Nonostante Daniel Craig assomigli fisicamente molto di più all’antagonista naturale di James Bond, il russo tagliente e letale, la sua recitazione è veramente buona, egli indaga negli aspetti di inglese gentil’uomo; ma ancora non è il fascinoso James Bond che si conosce, è ancora rude e inesperto. Questa è la sua prima volta.
Non si può non citare la canzone di Chris Cornell che fa da colonna sonora a questo film, e le silhouette iniziali dei vari personaggi accompagnate da picche, cuori, quadri e fiori in vero stile Casinò Royale.

Ocean's Thirteen


Ultimo appuntamento, a detta degli attori, con la banda più cool del cinema. Ovvero dei tredici, in questo caso, di Danny Ocean (George Clooney). Nell’ultimo episodio li avevamo trovati a fare un colpo in Italia, in quell’occasione anche Tess (Julia Roberts), moglie di Danny, entrava a farne parte. In questo film però non c’è traccia. Si torna alla sfavillante Las Vegas del primo film, con i suoi casinò tintinnanti di soldi e con un nuovo nemico da battere.

Perché se nel primo film la rapina era lo stratagemma per riconquistare la moglie, nel secondo è una sfida, in questa terza pellicola il colpo è per vendetta. Far parte dei tredici di Ocean vuol dire far parte di una grande famiglia, e se qualcuno fa un torto ad un membro del gruppo è come se facesse un torto a tutto il gruppo. Ecco allora che si parte alla carica con un nuovo piano, perché lo stesso colpo non si ripete due volte, un nuovo casinò e un nuovo alleato tra le truppe.

Reuben, eclettico e stravagante, è stato colpito da infarto ed è in uno stato vegetativo a letto, la causa è il tradimento da parte di Willy Bank (Al Pacino) nella costruzione di un nuovo superlussuoso casinò, dal quale si aspetta il premio cinque diamanti. Spetta a Danny, Rusty (Brad Pitt), Linus (Matt Damon) e a tutta la compagnia rimettere in sesto Reuben e far capire a Willy Bank con chi ha a che fare, grazie anche all’aiuto di una vecchia conoscenza come Terry Benedict (Andy Garcia).

Unica donna, che affianca Al Pacino, è Ellen Barkin pronta a farsi sedurre dal giovane Linus, del quale finalmente vedremo il famoso padre. Inoltre incontriamo anche un’altra vecchia conoscenza che ci ha seguito dall’Europa, ovvero Francois Toulour (Vincent Cassel), il quale tenterà ancora una volta di mettere i bastoni tra le ruote.

Il tutto è condito da battute divertenti, ritmi giusti, l’autoironia la fa da padrona e, non bisogna dimenticare, una musica veramente molto azzeccata nel contesto. Il vero gioco è il divertimento del gruppo che coinvolge pienamente il pubblico.


Sito Ufficiale degli Ocean's Thirteen