giovedì 21 gennaio 2010

La ricerca della felicità - The Pursuit of Happyness


Il film parla del sogno americano ma è raccontato da un italiano (Gabriele Muccino) ed è forse questa la grande differenza rispetto ai film americani che siamo abituati a vedere. Il protagonista Chris Gardner (interpretato da Will Smith) insegue un sogno. Egli non è il classico padre che sacrifica tutto per il figlio, unica cosa che gli rimane; ma anzi perde casa, moglie e soldi per inseguire il suo sogno. Ma poiché ci crede, resiste, è convinto e spera in questo modo di poter offrire un futuro migliore a suo figlio e a se stesso. Anche quando è costretto a non avere più un tetto sulla testa, quando ormai la situazione diventa disperata, si prende carico di tutte le sue responsabilità facendo credere al figlio Chris, che sia soltanto tutto un gioco.
Nonostante si insegua una speranza, il film rimane molto legato alla realtà. Ed è quando perderà tutto, anche gli scanner medici che vende negli ospedali, unica sua fonte si sostentamento, che lo spettatore inizierà a chiedersi se il film avrà un lieto fine, rimanendo così con il fiato sospeso, pur non essendo un film d’azione, fino agli ultimi minuti. Nonostante l’aspetto tragico che può avere questo film, la presenza perenne del figlio (interpretato dal vero figlio di Smith) porta il sorriso e una nota di ironia che rende piacevole la storia e fa scappare anche qualche risata.
A far da sfondo al percorso in salita che deve affrontare il protagonista, la città di San Francisco, una tra le poche città con la sua caratteristica peculiare, da riconoscerla immediatamente. I vari personaggi della città si spostano all’interno di questa e li ritroviamo spesso nei vari luoghi dove si reca il nostro personaggio. Si pone in continuazione e si accentua il perenne contrasto tra quartieri poveri e ricchi, in cambi di scene che portano al cambio di stile di vita del protagonista.
È un film che parla di sentimenti e penso che la semplicità e la forza di questa storia sia nel trasmettere emozioni, magari non per tutti potrà apparire un bel film, qualcuno potrebbe trovarlo non appagante o un po’ banale, cosa che io comunque non credo, può piacere o non piacere, non credo ci siano vie di mezzo; ma la cosa essenziale è l’emozione.

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